Codice appalti, come funziona il nuovo obbligo per la progettazione

Dal 2019 comincerà la progressiva obbligatorietà della metodologia BIM. Ecco nel dettaglio il decreto attuativo del nuovo Codice Appalti.

Il nuovo decreto ministeriale, firmato dall’ ex ministro Delrio lo scorso primo dicembre,  riguarda in primis la digitalizzazione del settore delle costruzioni, rendendo obbligatorio la progettazione innovativa che, secondo le stime del ministero dovrebbe consentire un risparmio del 10% sulle spese di gestione abbattendo il ricorso alle varianti e prevedendo per tempo le manutenzioni necessarie. 

I primi veri grandi probemi in merito all’attuazione delle linee guida però riguardano ancora una serie di criticità che devono essere risolte: mi riferisco alla mancanza di un richiamo alla normativa UNI 11337, alla totale assenza di sanzioni relativamente all’introduzione di questo nuovo obbligo, e, cosa non da poco, la totale assenza di una definizione delle competenze necessarie nell ambito della PA.

Ma cosa stabilisce, il nuovo codice degli appalti?

Intanto regola la progressiva introduzione dell’obbligo di metodi e strumenti elettronici specifici di modellazione per nuove opere, interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi.

Si tratta in parole semplici dell’introduzione di un modello digitale, il BIM appunto, che integra tutte le informazioni relative a uno specifico progetto, disponibili a tutti gli attori della catena (impiantisti, ingegneri, architetti, costruttore, montatori, collaudatori). In pratica, un modello virtuale dell’edificio costantemente aggiornato, molto dettagliato, aperto.

 

 

 

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